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Il Garante sanziona una pubblica amministrazione locale per aver diffuso sul sito istituzionale dati personali di un ex dirigente che ormai da diverso tempo aveva cessato l’attività lavorativa.
Il reclamante aveva fatto presente al Garante la sua «peculiare condizione personale, in ragione della quale la diffusione dei dati avrebbe potuto comportare dei rischi per sé e per la famiglia».
Secondo il Garante la diffusione dei dati era in particolare «avvenuta in maniera non conforme ai principi di “liceità, correttezza e trasparenza” e “minimizzazione dei dati”». Tra le altre violazioni riscontrate dall’Autorità, anche la mancata risposta da parte del Comune alla richiesta di esercizio dei diritti dell’interessato.
Il Garante rileva come il curriculum vitae contenesse «dati ulteriori rispetto a quelli necessari [...] quali l’indirizzo di residenza, il numero di cellulare e gli indirizzi di posta elettronica privati»; prima dell'inserimento sul sito dei cv la pubblica amministrazione deve «operare un’attenta selezione dei dati in essi contenuti, omettendo di pubblicare i dati eccedenti, quali ad esempio i recapiti personali oppure il codice fiscale degli interessati, ciò anche al fine di ridurre il rischio di c.d. furti di identità».
La sanzione comminata ammonta a 10.000 euro.
(Garante privacy 26 maggio 2022)
Parole chiave: Lavoro e vita privata , Lavoro pubblico , persone e dignità , privacy
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