Salario minimo. Paghe da fame alzate dai giudici: serve una legge

Aggiornamenti

NOTIZIE E SENTENZE

Retribuzione


Le riflessioni di Alberto Piccinini, di Legalilvoro Bologna, sulla questione del salario minimo legale (contributo pubblicato su "Il Manifesto" del 18 agosto 2023)

La Presidente del Consiglio, spiazzata dagli ampi consensi registrati dai sondaggi a favore del salario minimo legale, nel tentativo di arginare una valanga che potrebbe fortemente compromettere la sua popolarità, con i suoi alleati di governo sembra voglia farsi paladina della contrattazione collettiva in alternativa al salario minimo per legge: dovrebbe, però, in tal caso affermare di ritenere giusto che, nel caso in cui un contratto collettivo lo preveda, sia lecito lavorare a tempo pieno per meno di 700 euro netti al mese. Questo fenomeno, infatti, riguarda certamente i cd. “contratti pirata”, che vengono inventati - e applicati da datori di lavoro spregiudicati - all’unico scopo di ridurre i diritti economici e normativi dei lavoratori e delle lavoratrici; ma può, purtroppo, coinvolgere anche contratti collettivi sottoscritti da associazioni sindacali maggiormente (e comparativamente) più rappresentative. È, perciò, con un certo imbarazzo che abbiamo assistito, negli ultimi anni, a pronunce dei giudici del lavoro di numerose città che hanno accertato come “tariffe sindacali” fissate, per determinati settori, da organizzazioni sindacali “genuine”, fossero al di sotto della soglia di povertà, e conseguentemente in contrasto con l’art. 36 della Costituzione che impone che qualsiasi retribuzione sia idonea a garantire un’esistenza libera e dignitosa.

Ma la novità degli ultimi mesi è l’intervento della magistratura penale, che ha ravvisato gli estremi di un vero e proprio reato in tale condotta: le cifre indicate nel decreto del Gip di Milano del 19 giugno 2023 a proposito delle retribuzioni del contratto collettivo Servizi di vigilanza e fiduciari parlano da sole : «il livello D del CCNL prevede una paga oraria di 5 euro e 37 centesimi che, moltiplicata per il numero di ore contrattualmente previste in 173 porta la retribuzione mensile a 930 euro al lordo delle ritenute previdenziali e fiscali, applicando le quali si arriva a una cifra netta di 650 euro, somma da ritenersi assolutamente sproporzionata rispetto alla quantità e qualità del lavoro svolto (articolo 36 della Costituzione)».

Qualunque sarà l’esito di questo procedimento, è sicuramente giunto il momento che sia la stessa legge civile a statuire che pagare un proprio dipendente al di sotto di una certa soglia (individuata, nella proposta di legge unitaria delle opposizioni, in 9 euro lordi, importo certo non eccessivo) costituisce un comportamento illegale. E tale principio deve valere per qualunque datore di lavoro, sia esso anche una cooperativa.

Il timore che la contrattazione collettiva ne possa risentire è del tutto infondato: i sindacati non dovranno più esaurire tutto il loro potere contrattuale nel tentativo di conquistare qualche briciola di salario e potranno dedicarsi a negoziare, ove possibile, ulteriori aumenti e comunque il miglioramento di altri e non meno importanti istituti contrattuali. Le aziende e le cooperative che fondano la loro ragion d’essere esclusivamente sull’offerta di manodopera a basso costo, lasceranno il posto, secondo le invocate – dalla destra – “regole del mercato”, a imprese più virtuose, elevando così non solo la qualità di vita dei propri dipendenti, ma anche quella dei servizi offerti.

E qualunque ragazzo/a pagato/a cinque euro all’ora dal gestore del bar presso cui lavora (più o meno in nero), per ottenere una paga dignitosa non dovrà più intraprendere una causa giudiziaria, ma potrà semplicemente rivolgersi all’Ispettorato territoriale del lavoro, tenuto a far rispettare la legge in via amministrativa.

  Alberto Piccinini 

Legalilavoro Bologna

22.08.23
Share

Cerca l'argomento di tuo interesse; potrai visualizzare tutte le news che contengono l'argomento nel titolo, nel sottotitolo o all'interno del testo.

Puoi anche filtrare le notizie scegliendo la categoria o le parole chiave più usate.


CATEGORIE